Una terra da scoprire: Modica e il Val di Noto
Capitale dell’antica Contea di Modica, la fondazione della città si perde nella storia e nel mito. Secondo la tradizione greco-romana Ercole o Eracle avrebbe fondato in Sicilia tre città cui avrebbe dato il nome di Motia, in onore della bella donna greca che gli avrebbe indicato i posti dove trovare i buoi che gli erano stati sottratti. Una di queste Mozia mediterranea pare corrispondesse all’odierna Modica.
Sita all’interno di un canyon la città si evolve dall’altopiano fino alle sponde del torrente motucano dentro la cava. Il primo e più antico insediamento fu la rocca che oggi ospita il Castello dei Conti. Secondo la tradizione il Gran Conte Ruggero fonda nella città la Chiesa della Vera Croce che nel tempo diventerà l’odierna San Giorgio.
Nel XIII secolo la città è inclusa nei domini dei Chiaramonte prima e dei Cabrera dopo. E’ l’epopea del territorio ibleo che assume la denominazione Contea di Modica e che accumula privilegi da parte della corona d’Aragona prima e di Spagna poi tale da diventare un vero e proprio “Stato nello Stato”.
A partire dal XVI sec. la città urbanizza la cava sfruttando le abbondanti acque dei fiumi per la lavorazione delle materie prime che rigogliosamente forniva l’altopiano ibleo. Frumenti, olive, pellame, e tutti quei prodotti che venivano esportati via mare.
Con questa espansione inizia la costruzione della seconda Chiesa Madre della città: il duomo di San Pietro che si unisce idealmente alla Chiesa di Santa Maria di Betlem già presente presso il torrente Pozzo dei Pruni.
Il terremoto avvenuto a Gennaio del 1693 rade al suolo molte città del Val di Noto tra cui Modica. Questa tuttavia a differenza di altre si ricostruisce nello sito creando quella curiosa sovrapposizione di diverse architetture rinvenibili soprattutto nei monumenti religiosi.
E’ il momento della rinascita nel barocco con la creazione di uno stile unico il cosiddetto Tardo-barocco che unisce insieme il barocco romano, il roccocò e il neoclassico in una sorta di architettura illuminata in cui la sovrabbondanza del barocco viene alleggerita da linee neoclassiche e formali che ben si spostano con la natura del territorio.
Un grande movimento di ricostruzione che interessa tutta la società e che termina nei primi decenni del XIX sec.
Questo grande patrimonio naturale e umano oggi rappresenta una delle più importanti eredità culturali italiane arrivate fino a noi, visitarlo vuol dire non solo fare “vacanza” ma intraprendere un vero e proprio viaggio lungo i secoli nel centro del mediterraneo, terra di popoli e di culture.
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