Santa Lucia, storia e culto della santa di Siracusa.
(Dettaglio raffigurante Santa Lucia, Pala della Madonna del Rosario, Antonino da Noto, 1543, Chiesa San Domenico – Modica)
Protettrice della vista, sia per il suo nome, Lucia sia per una frase attribuitale dagli agiografi “Ai non credenti toglierò l’accecamento”. O forse perché la sua festa cade il 13 dicembre: il detto popolare “Santa Lucia è il giorno più corto che ci sia” (veramente nel nostro calendario gregoriano l’inizio dell’anno solare coincide con il 21 dicembre) suona come un saluto di sollievo per il ritorno della luce nelle giornate che man mano si allungano. Ed è legato alla protezione della vista il dolce siciliano detto cuccìa che si consuma per devozione il 13 dicembre composto di chicchi di grano in ricordo di una grande carestia che si abbattè sulla Sicilia; dopo le suppliche alla santa, arrivarono nel porto di Siracusa navi piene di grano e la popolazione affamata lo mangiò crudo intero. Al grano di solito si aggiunge una manciata di ceci come simbolo degli “occhi” della santa che protegge la vista.
Il culto della martire ha la sua usanza più pittoresca in Svezia. La “Lucia di Svezia”, scelta ogni anno con un concorso di bellezza è vestita di una tunica bianca, porta sulla testa una corona con sette candele accese, è accompagnata da compagne vestite di bianco e raccoglie doni da distribuire ai poveri, ai malati e alle persone sole. Questa tradizione nazionale è poi diventata un gemellaggio con la Sicilia: ogni anno la Lucia svedese si reca a Siracusa e con le sue candele accese partecipa alla processione in onore della santa.
Lucia fu una delle vittime della persecuzione di Diocleziano e Massimiano contro i cristiani che durò dal 303 al 311. Secondo la tradizione apparteneva a una nobile famiglia siracusana, era già promessa sposa a un giovane del suo rango, quando avvenne l’episodio che le cambiò la vita. Essendosi ammalata la madre Eutichia, Lucia decide di accompagnarla in pellegrinaggio a Catania per chiedere la sua guarigione a Sant’Agata, patrona della città. Le due donne ascoltano in chiesa il brano evangelico sull’emorroissa risanata dopo aver toccato un lembo della veste di Gesù, toccano il sepolcro di sant’Agata e subito Lucia ha la visione della santa catanese che le annuncia la guarigione della madre assieme al futuro martirio. Di ritorno a Siracusa, la giovane decide di consacrarsi totalmente a Dio, rinuncia al matrimonio e mette in vendita la sua dote per donarne il ricavato ai poveri. Il fidanzato, sconvolto dall’abbandono, la denuncia come cristiana al governatore Pascaso, che la fa arrestare e…
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