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Partendo dal lato destro si trova un primo altare con la tela della Trinità e le anime Sante del Purgatorio di autore anonimo del secolo XVIII.

Proseguendo, si trova una cappella costruita intorno al 1750: vi è posta all’ingresso un’immagine di Santa Rita, patrona delle cause impossibili; è decorata con stucchi e il soffitto è dominato al centro da un’immagine del cuore di Cristo; ai lati vi sono gli stemmi di due famiglie nobili.

All’interno vi sono quattro altari. Il primo è decorato con una statua lignea (secolo XVIII) di San Biagio (come si evince dalla soprastante iscrizione: sanabat oleo aegros).

Nell’altro altare San Liborio, Vescovo di Le Mans, invocato contro i calcoli renali col patrono dei carcerati San Leonardo (facilmente riconoscibile per la tipica iconografia delle catene aperte), che implorano Maria per liberare gli schiavi.

Il terzo altare pochi anni fa fu al centro di un’importante scoperta. Sotto la tela dedicata ai Santi Patroni di Modica (oggi visibile nella navata sinistra in una delle arcate del museo), è stata trovata una tela settecentesca raffigurante San Nicola di Bari (purtroppo col volto danneggiato da una colata di calce) che appare in sogno all’Imperatore Costantino per ottenere la liberazione del generale Nepoziàno e dei suoi ufficiali Urso ed Erpiliòne, ingiustamente incolpati di avere organizzato alcune sommosse. La tela è stata oggetto di un rapido restauro effettuato dalla dottoressa Gaetana Ascenzo che ha reso nuovamente visibile il volto di San Nicola ed ha consolidato l’intera tela in più punti ormai a brandelli. L’iconografia che contraddistingue San Nicola è rispettata anche in questa tela: un angelo con tre sfere d’oro e un altro con una fiamma. Grazie a questo ritrovamento la cappella ha acquisito una maggiore uniformità risultando evidente che la stessa mano ha realizzato probabilmente nella seconda metà del diciottesimo secolo le due tele poste in questa cappella.

Nel quarto altare della cappella troneggia la statua marmorea della Madonna di Trapani, che si ritiene realizzata almeno in parte da Francesco Laurana alla fine del ‘400. L’opera probabilmente si ispira alla statua di Giovanni Pisano conservata nella chiesa di Santa Maria Ericina di Trapani, trasportata secondo la tradizione da Pisa a bordo di una nave.

In corrispondenza dell’uscita laterale della Chiesa, di fronte alla porta della Sacrestia, ha trovato temporanea collocazione una tela realizzata dal pittore locale Stefano Ragazzi nel 1767 che raffigura il Santo eremita, fondatore dell’ordine dei minimi, Francesco di Paola.

Continuando sul lato destro dopo l’artistica e originale acquasantiera sorge l’altare del Sacro Cuore, in stucchi decorati ove sono rappresentati Cristo Redentore e Santa Margherita Alacoque, canonizzata da Benedetto XV nel 1920.

Nel successivo altare troviamo il gruppo ligneo che rappresenta la guarigione del paralitico ad opera di San Pietro (Atti capitolo 3,versetti da 1 a dieci ), una delle opere più preziose di Benedetto Civiletti, realizzata nel 1893, inaugurata alla presenza del vescovo Blandini, il 28 giugno dello stesso anno con una serie di festeggiamenti che a Modica restarono famosi. Già da allora il gruppo scultoreo è portato in processione per la festa del patrono ogni 29 giugno.

A lato del successivo altare con la scultura lignea del Crocifisso troviamo l’immagine di Don Pino Puglisi, martire della mafia, ucciso nel 1993 e beatificato nel 2013. Papa Francesco ha compreso con immediatezza la grandezza spirituale di un prete che ha vissuto e combattuto la mafia da povero tra i poveri ed ha a lui dedicato la recente visita a Palermo, nel XXV del suo martirio.

La navata laterale destra si chiude con la mirabile Cappella del Santissimo Sacramento. Sullo sfondo occupa tutta la parete un baldacchino barocco sostenuto da quattro colonne dorate. Sul tabernacolo è collocato il tronetto dell’esposizione con due angeli sullo sfondo che sollevano verso il cielo un ostensorio dorato dove rifulge l’adorabile Sacramento. Al centro è dipinta la figura di Cristo che ci ha donato l’Eucaristia. In alto sulla parete di fondo è dipinta l’immagine del pellicano che con il suo sangue nutre i suoi piccoli che si ritrova anche in un ricco ostensorio esposto nel museo visitabile nella navata sinistra. Il ricco tabernacolo ha una porticina d’argento a sbalzo con l’immagine di Gesù. La cappella è chiusa da un’artistica balaustra di marmi policromi, con due angeli genuflessi, in devoto atto di adorazione.

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