SS.Salvatore – Una piccola grande chiesa.
Una curiosità era sicuramente la “fiera” che si teneva tutto intorno alla chiesa sin dal 1500 in occasione della festività del SS.Salvatore. Durava sei giorni in cui la Confraternita, che organizzava il tutto, traeva una tassa per far fronte ai festeggiamenti. Le popolazioni latine solevano tenere i mercati nel settimo giorno, e nelle festività. Dalla voce “feria” si formò fera e fiera che era il mercato più solenne dell’anno. La chiesa facilitò questi mercati che erano governati dalla Lex unica e sotto Federico II coloro che vi partecipavano godevano di speciali privilegi. Oltre che attirare numerosi mercanti di vasellame, mobili, tessuti e ogni tipo di commercio, quella che si teneva nel quartiere del Salvatore, era sicuramente una delle più importanti della Contea. Una disputa sulle somme percepite che venivano in parte devolute alla chiesa fece in modo che nei secoli successivi perdesse di importanza fino a scomparire. Il terremoto del 1613 distrusse in parte la prima chiesa, quello del 1693 l’atterrò completamente. Della grandiosa privata abitazione De Leva si salvò solo il portale. La chiesa venne ricostruita più alta di come era prima, ampliata e ordinata a croce latina. Ma mano si abbellì con stucchi pomposi dappertutto, affreschi di vivi colori sulle botti dell’abside. La chiesa(come visibile nelle foto d’archivio) era sormontata da una grandiosa cupola che doveva fornire un alta percentuale di luce. Questa per insormontabili problemi di pesi, che minavamo seriamente la staticità del tempio, venne abbattuta. Al suo posto troviamo un imponente “Trasfigurazione” con negli archi della cupola quattro Profeti con angeli. Nel grande abside è collocato il pregevole e monumentale coro ligneo. Nella nicchia centrale è collocato il “Cristo alla colonna” portato in processione in passato durante il periodo di Pasqua.
Una buona tela infine è quella di Santa Caterina(entrando sulla destra) e un dipinto raffigurante il “Transito di San Giuseppe”. Ottima un Immacolata eseguita nel 1765 dal palermitano Pietro Spinosa.
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