Sant’Andrea, la storia e il culto a Modica. 2
Secondo Origene – la cui testimonianza è raccolta da Eusebio nella Storia ecclesiastica – Andrea avrebbe evangelizzato la Scizia. Predicò in Asia Minore, nelle regioni della Bitinia e del Ponto, lungo il Mar Nero e probabilmente raggiunse la regione del Volga. Per questo è onorato come patrono della Romania, dell’Ucraina e della Russia. Morì martire presso Patrasso, dove subì il supplizio romano della crux decussata, una croce con legni a forma di X, detta poi croce di sant’Andrea. Le spoglie vennero traslate a Costantinopoli che lo onora come primo vescovo. Nell’alto medioevo le sue reliquie compaiono in Scozia e in tempi recenti in vaticano, fino a quando Papa Paolo VI, nel 1964, decise di restituirle in Grecia. Oggi riposano a Patrasso nella chiesa eretta sul luogo che, secondo la tradizione, sarebbe stato quello del suo martirio.
A Modica nel quartiere omonimo troviamo la chiesetta dedicata all’apostolo, così la descrive Franco Libero Belgiorno nel Libro “Modica e le sue Chiese”:
Sull’alto della collina omonima, via Sant’Andrea, quasi prossima alla contrada di San Marco. Sulla sua modestissima facciata si legge la seguente iscrizione su una lapide di pietra: “post terremotum 1639 Pietas Cattolici nostri Regi Carlo II restauravit”. Nell’interno una modestissima statua del Santo posta sull’umile altare. Dalla lapide murata sulla parete esterna si deduce che la Chiesa esistesse già prima. Risulta un atto, datato maggio 1709, rogato presso il notaio Antonino Scuccia, che un certo Francesco Macauda, con suo testamento, vi fondò due messe feriali con la curiosa postilla – codicillo – che le messe, da celebrarsi il venerdì ed il sabato, venissero celebrate da un sacerdote “ben visto” ai suoi eredi universali, Antonino, Brigida, Rosaria, Natale e Teresa Macauda.
Seguici su: