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Santa Teresa Express – il viaggio

Persone di ogni tipo aspettavano quel’autobus, l’aria era già calda di primo mattino. Ad un certo punto dopo l’ennesima ventata d’aria calda sentivo in lontananza un odore di nafta, anche questo indimenticabile, a cui seguiva il mezzo. Tutte noi bambine e qualche adulto urlavamo di gioia tanto più sorpassava la chiesa di Santa Teresa e si avvicinava. Appena saliti, la disposizione era ferrea: davanti le bambine e le signore con i mariti anche se questi spesso cedevano con un’etichetta d’altri tempi il posto a qualche signora che non era riuscita a superare la calca che si era formata all’apertura delle porte, in fondo uomini e ragazzi, il cui passatempo preferito era fare linguacce e corna quando incontravamo qualche autobus, non prima d’esser sicuri che il mezzo andasse per il verso opposto.
Il viaggio era simile a quelle gite che ancora oggi fanno nei paesi sudamericani, con gli autobus malconci, i finestrini che a mala pena si aprono, ma con tanti sorrisi sulle labbra. Non potrò dimenticare quando arrivavamo “e’ugghi”. Quella era un’attesa spasmodica, era un altipiano da cui vedevamo un filo di blu tra il cielo e la terra, il mare! Indicava un dito, e tutti a gridare e ad applaudire, le signore si sistemavano noi bambini iniziavamo a prendere le borse, e in un batti baleno eravamo pronti per scendere, benché coscienti che “ugghi” distava ancora parecchi chilometri dal mare. Continua…

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