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Claudio Villa e i pomodori di Don Nzulu.

Il periodo modicano in cui le primizie avevano una regolarità quasi astronomica e comparivano nelle botteghe all’inizio della loro stagione, mio padre prendeva tutto ciò che era necessario da don Nzulo Granieri, che aveva una botteguccia subito dopo il ponticello legato alla chiesa di S.Agostino

Quell’uomo, un simpatico popolano sempre disponibile, fu la personificazione di tutto ciò che poi vedevo sulla tavola. Piselli e carciofi, verdura modicana, frutta straordinaria che veniva inviata, assieme alle altre compere, con gli spesaioli in via Ritiro…

…Se don Nzulo fosse stato un musicista, o un pittore, il suo capolavoro sarebbe stato il panierino di fragolette coperte dalla carta rossa. Profumavano una volta arrivate, per tutta la casa, e credo che quella scia di bosco, andasse oltre il quartiere al di là della chiesa stessa di San Giorgio. Era L’apoteosi per noi bambini e nonna Giorgia ce le preparava con una velatura di zucchero. Il fuoco dell’Etna con la neve, ci diceva.

Il ricordo più preciso di quella bottega risale però al 1962, l’anno in cui impazzivamo per le canzoni di Billy Haley, re del rock and roll e per le coliche renali di Elvis Presley.
In quel periodo, Claudio Villa venne a modica, alloggiando all’Hotel Bristol per un concerto che avrebbe tenuto a Scicli. Maniaci come eravamo della musica americana, di fronte a “Binario, fredde parallele della vita” ci sentimmo un moto di ribellione dentro. Quella rivoluzione avvenne con una cassetta di pomodori comprata da don Nzulo Granieri, e con un’ovazione di parecchi ragazzi sotto il balcone del Bristol: Villa, Villa, Villa! Che si affacciò, con le braccia alzate per un saluto, e in quel momento qualcuno gridò “attacco!”, e il cantante divenne una sorta di salsa ambulante. Ci rimproverò con “Maleducati e villani”, ma noi eravamo già fuggiti per tutti i vicoli per la città, e per alcuni giorni non ci riunimmo. Don Nzulo mi disse che ne avrebbe parlato a mio padre, poiché fra i compratori della cassetta c’ero anche io. Ma già un paio di giorni dopo, un quotidiano siciliano titolò: per il re della canzone pomi d’oro! Il giornale vendette moltissime copie, e ci si aspettò anche una querela. Ma il reuccio Claudio Villa fu magnanimo. Sapeva che Billy Haley avrebbe perduto fra poco il suo “clock”, che Elvis Presley sarebbe ingrassato a Las Vegas, e che lui, malgrado tutto, di quel binario freddo, avrebbe fatto le rotaie della canzone italiana, che ancora viaggia, e viaggia…

(F.A. Belgiorno – Teatro delle pietre e giardini sul Cielo – Nino Petralia Editore 2008)

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