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L’Alluvione del 1902

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Sulla controfacciata della chiesa è posta una targa che testimonia il livello dell’acqua raggiunto quando, durante la disastrosa alluvione del 1902, Modica fu devastata. Nella notte tra il 25 e il 26 settembre a causa delle forti piogge i torrenti di Modica si ingrossarono allagando le campagne e le strade. In particolare, il Torrente Pozzo dei Pruni piombò alle spalle della chiesa con un fronte d’acqua di oltre 11 metri e alla velocità di 50 km orari. Le abitazioni intorno furono spazzate via e la chiesa si riempì di acqua e fango per un’altezza di 3,5 metri. L’acqua penetrò dal portale laterale, oggi murato e coperto dall’altare di San Francesco; l’antico portale è visibile dall’esterno. Le fotografie documentano gli ingenti danni subiti in soli venti minuti dall’alluvione, che provocò la morte di 112 persone in tutta la città.

All’interno della chiesa il presepe monumentale si salva perché chiuso da assi di legno ma l’archivio collegiale(conservato nella Cappella Palatina) fu irrimediabilmente perduto. L’intervento dello Stato italiano fu immediato con l’arrivo di soldati del regio esercito che iniziarono le opere di sgombero del torrente. Di particolare interesse la grande solidarietà nazionale che si mise in moto nei giorni seguenti. Quello dell’alluvione fu il primo disastro ben documentato della storia d’Italia. Raccolte di beneficenza individuate in tutte le maggiori città d’Italia e nelle parrocchie e Diocesi: Roma, Napoli, Bologna, Torino, Modena, Milano. Questa solidarietà permise la ricostruzione di Modica bassa in soli due anni, la creazione di un nuovo quartiere chiamato “Milano-Palermo” tutt’ora abitato, e la ricostruzione di Santa Maria di Betlem.

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